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La Rubrica del Libro
jatucka
#21 Posted : Monday, 15 April 2013 12:50:05 pm(UTC)
jatucka
#22 Posted : Thursday, 18 April 2013 1:30:00 am(UTC)
il Libro di oggi è un Libro molto duro, molto crudo

Jerome Sessini

"The Wrong Side"

Jerome Sessini è un Fotografo della Magnum

http://www.magnumphotos.com/C.aspx?VP3=CMS3&VF=MAGO31_9_VForm&ERID=2K1HRGTPI3G


questo il Libro





http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=ÅMÅZÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=sessini+the+wrong+side&rh=i%3Aaps%2Ck%3Asessini+the+wrong+side




come ho detto si tratta di un lavoro molto duro, che riguarda la totale distruzione, a tutti i livelli, causata dal traffico di stupefacenti al confine tra il Messico e gli USA

foto spesso scattate di notte, molto essenziali, luci cupe, cieli nuvolosi, case fatiscenti, bambini abbandonati a sè stessi circondati da una violenza indicibile

alcune foto sono assolutamente incredibili, quasi surreali; racchiudono in uno scatto molto scarno tutta l'assurdità di un mondo che va verso l'autodistruzione

eppure l'America è là, a due passi

il tutto ed il niente separati da un muro

un tutto che può significare il niente, ed un niente che è così pieno di violenza da fare paura

non è questo il Messico del nostro immaginario, non è questo il Messico dei colori, delle luci, delle vacanze dei ricchi Americani, del sogno di tanti Europei

il Messico, ancora il Messico

non più il Messico che abbiamo già visto superbamente ritratto da Abbas, quel Messico rurale, quel Messico povero ma pieno di dignità, di speranza, di valori

quello di Sessini è il Messico della distruzione, dell'autodistruzione, dell'annientamento di interi strati sociali inseguendo la chimera di facili ricchezze

la vita non vale nulla in questo Messico di confine, ancor meno di nulla

un giorno sei un ragazzo di strada all'inseguimento del tuo sogno di ricchezza e di affermazione, un giorno sei arrivato in cima a quella scala fatta di valori fatui e vuoti, un giorno ti ritrovi morto all'interno di un'automobile abbandonata, ucciso dal ragazzo di strada che eri tu appena pochi giorni prima

un Messico plumbeo, in tutti i sensi

sicuramente un Messico da vedere, per comprendere a quale costo quel cancro che è la droga arriva sulle nostre strade


lascio la parola allo stesso Sessini

ecco infatti una bellissima intervista nella quale ci parla di sè stesso, del suo modo di affrontare questo difficile progetto, del suo modo di vedere e di vivere la Fotografia

una testimonianza d'eccezione

http://www.vogue.it/vogue-starscelebsmodels/focus-on/2012/11/jerome-sessini
jatucka
#23 Posted : Wednesday, 24 April 2013 3:48:15 am(UTC)
William Claxton, scomparso a 80 anni nel 2008, è stato un Grande Fotografo

le grandi passioni della sua vita sono state naturalmente la Fotografia, il Cinema, il Jazz

è proprio nell'ambito del Cinema e del Jazz che il suo lavoro ha raggiunto i livelli più alti

amico personale di Steve McQueen, realizzò grazie a questo loro profondo rapporto uno dei più interessanti ed intimi lavori sul mitico attore americano


ma è di un altro Libro che voglio parlarvi oggi


"Young Chet"





http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=ÅMÅZÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=william+claxton+young+chet&rh=i%3Aaps%2Ck%3Awilliam+claxton+young+chet

http://www.amazon.com/The-Young-Chet-William-Claxton/dp/382389966X



un giovane Fotografo, William Claxton, riceve l'incarico di fotografare un giovane, allora "emergente", musicista Jazz

Chet Baker

è il 1952

questo Libro copre il periodo in cui Chet Baker è nel suo stato di grazia, dal 1952 al 1957

Claxton incontra in uno studio di registrazione uno dei più grandi talenti della Musica Jazz

Chet Baker è giovanissimo, bellissimo, ha un "viso d'angelo" (era stato soprannominato il James Dean del Jazz), ha carisma, magnetizza l'attenzione di chiunque gli stia intorno

la sua figura, il suo stile di vita sono assolutamente "glamour" quando ancora questo termine neanche esisteva

le case discografiche se lo contendono, così come i locali alla moda, e naturalmente le belle donne

suona con i più grandi musicisti Jazz, è destinato a diventare un mito assoluto

è tutto troppo perfetto, non può durare

il mito assoluto diventerà un mito dissoluto

spende una quantità di denaro impressionante, è avido di tutto; cade, come tanti Grandi Musicisti Jazz di quel periodo, nel baratro della droga

conoscerà il carcere di vari Paesi (Italia compresa), gli strozzini, la miseria

sarà costretto a vendere finanche la sua mitica tromba

per un debito di droga non pagato verrà pestato; gli rompono i denti, le labbra

non potrà neanche suonare per alcuni anni; si adatterà a fare il benzinaio in uno sperduto paesino dell'America rurale

si riprenderà, tornerà a suonare, tornerà ad essere grande, diventerà suo malgrado, e nonostante tutti i suoi sforzi per sprecare il suo grandissimo talento, il mito che conosciamo

tra il 1978 ed il 1987 inciderà un numero incredibile di dischi, sempre accanto ai più grandi; ma tutto questo non basterà

non si libererà mai del suo demone

morirà il 13 maggio del 1988 su un misero marciapiede sotto la finestra di una misera stanza d'albergo, in Olanda; è imbottito di un mix di eroina e cocaina

Claxton lo ha rivisto da poco, dopo tantissimi anni, in occasione delle riprese del superbo film documentario "Let's Get Lost", di Bruce Weber



http://www.amazon.it/Lets-Get-Lost-OmU-Edizione/dp/B001KVANDC/ref=sr_1_3?ie=UTF8&qid=1366766417&sr=8-3&keywords=let%27s+get+lost+chet+baker

per inciso, film da non perdere; da un grande Bruce Weber (immenso Fotografo, Regista), uno dei più bei film che abbia mai visto

presentato al Toronto Film Festival poco dopo la morte di Chet, verrà osannato al Festival di Cannes, e premiato con l' Academy Award nel 1988

è lo stesso Claxton, nel film, a raccontare la profonda tristezza che provò nel rivedere Chet Baker

il "James Dean" del Jazz è irriconoscibile; ha appena 58 anni e ne dimostra venti di più

soltanto nei momenti in cui Chet riprenderà a suonare il suo strumento, William Claxton riconoscerà il mito degli anni d'oro

come dicevo, questo Libro copre gli anni dal 1952 al 1957

Chet Baker è al massimo della sua giovinezza, della sua freschezza

Claxton lo descrive come una delle persone più fotogeniche che gli capiterà mai di fotografare

le foto del Libro hanno un taglio tipicamente anni '50

la quasi totalità delle foto sono scattate in studi di registrazione

il lavoro su Steve McQueen è senz'altro più moderno, più intrigante, più maturo

fra le tante foto "classiche" ci sono però delle purissime perle, che lasciano già intravedere quale sarà la grande carriera di William Claxton

splendida la piccola serie di foto con Helima, in California, del 1955

profondamente toccante vedere il film "Let's Get Lost" dopo aver visto le foto di questo Libro

credo addirittura che il primo non abbia senso senza il secondo, e viceversa

davvero commovente quando, nel film, Claxton ci racconta che dopo una magnifica serata, al momento di salutarsi, sentì che non avrebbe mai più rivisto Chet

non si sbagliava
jatucka
#24 Posted : Monday, 29 April 2013 11:58:00 pm(UTC)
ricevo dall'amico Simone =Pinasco= e con grande piacere vi inoltro Smile


Quote:


Vorrei consigliare una bella raccolta dei fotografi di "Life" a cura della Contrasto




http://www.amazon.it/Life-grandi-fotografi-A-Mauro/dp/8869652041/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1367272483&sr=8-1&keywords=life+fotografi


Una breve descrizione :

Dal 1936, e per molti anni, i fotografi di Life hanno raccontato in immagini i diversi aspetti della vita umana e del mondo in cui viviamo. Questo libro testimonia il loro lavoro, il talento, la creatività e il coraggio con cui hanno sempre affrontato le sfide del fotogiornalismo. Il volume, pubblicato in contemporanea con l'uscita della nuova edizione della rivista, contiene le migliori immagini dei fotografi di staff e di alcuni illustri collaboratori: da Eisenstaedt a Bourke-White, da Mydans a Capa, da Parks a Leen, a Burrows, Halsman, Smith e Benson. I fotografi di Life erano sempre in prima linea per scattare foto memorabili come quelle dello sbarco in Normandia di Robert Capa, dei lager di Margaret Bourke-White, della Corea di David Douglas Duncan o del Vietnam di Larry Burrows. Negli anni poi il mondo è cambiato, ma Life ha continuato a guardarlo, a testimoniare la vita con migliaia e migliaia di immagini che ancora possiedono intatta la loro forza comunicativa e che rappresentano la più formidabile documentazione del mondo contemporaneo: dagli avvenimenti ai ritratti dei protagonisti alle immagini che testimoniano il gusto, la moda e i cambiamenti del nostro tempo.

Per chi, come me, è alle prime armi, ritengo che dia una bella panoramica su un ampio lasso di tempo.

A presto

Simone

jatucka
#25 Posted : Wednesday, 1 May 2013 10:51:50 pm(UTC)
ricevo dall'amico robertson79 e con molto piacere vi inoltro Smile



Quote:

Oggi recensisco un libro di uno dei miei fotografi preferiti che raccoglie in un unica pubblicazione 30 anni di lavoro.

Il fotografo è Alex Webb

ed il libro è

"la sofferenza della luce"

edito da contrasto



www.amazon.it/sofferenza-della-luce...a/dp/8869652955

www.contrastobooks.com/vmchk/Catalo...DELLA-LUCE.html

Il libro viene presentato dalla Contrasto nel seguente modo:

Questo libro, con il suo ordine cronologico, riflette il processo creativo a volte caotico, a volte misterioso, i progetti e le ossessioni, i temi e le passioni, le tensioni culturali e le parentesi che si sono intrecciate negli anni della vita di Alex Webb, delineando una cronaca di strada che procede ininterrotta dal 1979 ad oggi.
Nel corso degli anni la visione a colori del fotografo dell’agenzia Magnum Photos, emersa per la prima volta ai tropici, si è estesa a progetti diversi che lo hanno portato non solo in America Latina e in Africa, ma anche in Florida e a Istanbul


“L'unico modo che conosco per affrontare un posto nuovo è camminare. Perché un fotografo di strada deve camminare e guardare e aspettare e parlare, e poi guardare ancora, cercando di mantenere la fiducia che l'incognito, l'inaspettato o il cuore segreto di ciò che già conosce, lo aspetti dietro l'angolo.”
Alex Webb



Quello che posso aggiungere è che il lavoro di questo fotografo è assolutamente straordinario e unico, e che le sue foto sono spesso subito riconoscibili.

La composizione complessa ricchissima di elementi, il particolare taglio in cui alcuni elementi in primo piano si sovrappongono allo sfondo la particolare luce sempre forte e vibrante che crea ombre nette lunghe e geometriche spesso protagoniste della scena sono la sua firma.
Il risultato è quello di immagini complesse ma visivamente bellissime e originali dallo stile pittorico in cui si riconoscono le influenze di vari stili su cui prevale quello metafisico di De Chirico di cui Webb era rimasto molto colpito in gioventù.

La sua non è fotografia documentaristica ma quello che rappresenta è una "visione altamente soggettiva del mondo", il suo sguardo sulla società e la sua evoluzione prediligendo zone dove la luce e una certa indefinitezza anche culturale (ama le isole e le zone di confine) gli permettono di esercitare il suo stile.

Insomma un libro altamente consigliato di un autore assolutamente unico ed originale.

Il mio consiglio però è di fare in fretta in quanto è difficile da trovare e la versione americana sta già schizzando alle stelle come prezzo (come tutti i suoi precedenti libri del resto) io ho atteso un mese e mezzo dall'ordine di Amazon e quando ormai temevo di aver fatto tardi mi è stato consegnato.
jatucka
#26 Posted : Tuesday, 7 May 2013 3:54:57 am(UTC)
il Libro del quale parliamo oggi è un Libro fuori dagli schemi

lo ritengo però un Libro molto importante, che non dovrebbe mancare in nessuna libreria

soprattutto nella libreria di chi si è avvicinato alla Fotografia nell'era digitale, e non ha conosciuto a fondo il periodo della pellicola

John Loengard

"Celebrating the Negative"




http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=ÅMÅZÕÑ&url=search-alias%3Daps&field-keywords=celebrating+the+negative



John Loengard, Fotografo di Life e vincitore di prestigiosi premi, è partito da un'idea che ritengo particolarmente indovinata

un approccio totalmente diverso

di ogni grande Autore noi conosciamo la Stampa finale

dimentichiamo troppo spesso che quella Stampa viene da un Negativo, che è sempre stato l'elemento più importante di tutto il processo fotografico

Loengard ha intrapreso dunque un lunghissimo viaggio, sia dal punto di vista storico che dal punto di vista fisico, per fotografare i Negativi di alcune delle Fotografie più importanti e significative della Storia della Fotografia

molti di questi Negativi sono nelle mani di eredi di Fotografi ormai scomparsi, o presso gli Archivi dei Fotografi ancora in attività, oppure presso Agenzie, Musei, Fondazioni

sono conservati con eccezionale cura, spessissimo in ambienti assolutamente controllati, a temperatura ed umidità costante

pur volendo sorvolare del tutto sul valore storico di tali Negativi, se andiamo a vedere oggi i risultati in Asta alcune Fotografie, possiamo soltanto tentare di farci un'idea del valore del Negativo stesso

inimmaginabile

il fantastico viaggio di Loengard parte da una delle Fotografie più famose di H.C.B.

"Behind the Gare St. Lazare"

una delle Fotografie che meglio incarna la filosofia del "momento decisivo" del grande Fotografo Francese

molto probabilmente la Fotografia fu scattata, come era molto in uso in quel periodo, su una pellicola da 35mm per cinematografia




da questa Foto si parte per un viaggio che ha dell'incredibile


Edward Weston, Man Ray, Philippe Halsman, Andrè Kertesz, Margaret Bourke-White, Dmitri Baltermants, J.Henry Lartigue, Richard Avedon, Martin Munkacsi (il Fotografo che ispirò il lavoro di H.C.B.), Weegee (l'incredibile Weegee), Eugene Smith (l'immenso E.Smith), Ansel Adams, Sebastiao Salgado (grandissimo riconoscimento, unico Fotografo "moderno" in questa incredibile panoramica) e tanti tanti altri

il gotha della Fotografia di un'era che sembra ormai scomparsa, e che invece anche a nostra insaputa, a livello assolutamente inconscio, ancora influenza la nostra visione del mondo attraverso la Fotografia

ogni Fotografia è accompagnata da una breve storia, un aneddoto, un commento; interi universi in poche righe

in questa rassegna non manca il Negativo della Fotografia di Alfred Eisenstaedt della quale si parla tanto in questi giorni, oggi identificata come "The Kiss", ma diventata famosa con il nome di "The V Day"

fotografato tra le mani dello stesso Eisenstaedt, oggi scomparso




e naturalmente non mancano i pochissimi fotogrammi rimasti delle epiche Fotografie di Robert Capa dello Sbarco in Normandia

fotografati tra le mani del fratello Cornell Capa, anch'egli grandissimo Fotografo, fondatore dell' ICP di New York



un Libro che vi sorprenderà, vi affascinerà, e che sono certo riconsulterete molto spesso
jatucka
#27 Posted : Wednesday, 15 May 2013 12:23:01 am(UTC)
ho "incrociato" per la prima volta Antonin Kratochvil nel lontano 1983

Photo Italia n° 102, dicembre 1983

io avevo appena vent'anni e compravo Photo nelle varie edizioni (USA, Francia, Italia) già da diversi anni

era il periodo in cui impazzava il colore saturo, le foto delle prime super top model, i nudi di donne statuarie

il periodo del "glamour"

uno dei fotografi che più si affermarono in quel momento, creando un nuovo "genere" ed un nuovo fortunato filone di Fotografia, fu Guy Burdin

ed è a Guy Burdin che certamente si ispirava in quel momento Antonin Kratochvil, allora trenracinquenne fotografo arrivato a N.Y. dalla ex Cecoslovacchia

le foto non mi piacquero

o, peggio, non mi sembrarono riconoscibili; in definitiva erano delle copie dei lavori di Burdin

non lo "incrociai" più per un lungo periodo

fu assolutamente una sorpresa (e che sorpresa) rivedere i suoi lavori in occasione del premio Leica Medal of Eccellence vinto da Kratochvil nel 1994

l'emulo di Burdin era scomparso, ed era riapparso un maestro del Reportage ad ampio respiro in B&N

una trasformazione sconvolgente

me ne innamorai perdutamente, ed iniziai a seguirlo in maniera molto attenta

da quel momento fu un susseguirsi di premi, di riconoscimenti, di successi

di grandezza

tra il 1994 ed il 2005 vincerà una quantità di premi impressionante

sarà tra i fondatori della giovane (ma molto velocemente diventata mitica) Agenzia VII

nel 1997 esce il suo Libro "Broken Dream"

seguiranno, solo per indicare i principali, "Incognito" nel 2001, "Sopravvivere" sempre nel 2001, "Antonin Kratochvil" nel 2003, "Vanishing" nel 2005

la sua profonda ed intima indagine nella ancor più profonda anima dei paesi dell' Est difficilmente può trovare esempi di pari bellezza, ma soprattutto di pari originalità

Kratochvil ha uno stile personalissimo, inconfondibile, molto imitato ma non eguagliato

affina una capacità di gestione della luce e del controluce che sorprende ad ogni scatto, e ci fa interrogare sul come il suo occhio possa vedere (e padroneggiare) ciò che spesso in Fotografia può apparire addirittura problematico

dopo tanti anni di strepitoso B&N, fortissimi contrasti, toni cupi, drammatici e spesso struggenti, recentemente ha realizzato alcuni lavori a colori

oggi si parla (spesso straparla) di certi utilizzi del photoshop in Fotografia

si dovrebbe guardare a ciò che Kratochvil faceva in pellicola già in quegli anni per comprendere che nulla si è inventato; si è solo trovato un modo (ammetto anche una scorciatoia, in termini di tempo e talvolta purtroppo in termini di consapevolezza) per riprodurre ciò che si è sempre fatto in Camera Oscura

ma questa è un altra storia

"Broken Dream" è uno dei lavori più potenti che mi sia capitato di vedere; potentissimo

è però di un altro aspetto del lavoro di Antonin Kratochvil che voglio parlarvi oggi

Kratochvil è infatti un ritrattista di livello non comune, direi unico nel suo genere

ed è nel suo "Incognito" che si può cogliere l'unicità dell'occhio indagatore di Kratochvil, anche quando si dedica al ritratto





http://www.amazon.com/Antonin-Kratochvil-Incognito/dp/B0002Y0SJC


"Incognito" è una galleria di ritratti senza pari

attori, attrici, registi, artisti, musicisti, personaggi del mondo della moda e dello spettacolo

tra le tante perle di rarissima bellezza, due diamanti purissimi

gli scatti di Jean Reno e quelli di Willem Defoe

molto bella l'idea di inserire ogni tanto anche qualche foglio di provini; idea che avevamo già visto in passato (per esempio con Robert Capa o Eugene Smith), e ripresa spesso negli ultimi anni

se troppo frequentemente in Fotografia si è (ab)usata la frase "scrivere con la luce", nel caso di Antonin Kratochvil si dovrebbe utilizzare la frase "scolpire con la luce"

o "scavare con il controluce"

di bravissimi ritrattisti in Fotografia ce ne sono stati e ce ne sono tantissimi; ma pochi come Kratochvil sanno tirare fuori il lato più nascosto e più profondo del soggetto che sta fotografando

cosa aspettate per ordinarne una copia ?
jatucka
#28 Posted : Monday, 20 May 2013 12:38:12 am(UTC)
è in edicola un numero speciale di Photo France dedicato a William Klein

la vita privata, la vita professionale, i lavori più importanti, le Mostre, i Libri, i segreti, le passioni di uno dei mostri sacri della Fotografia

consigliato

jatucka
#29 Posted : Saturday, 25 May 2013 2:09:16 am(UTC)
uno dei regali più belli che ho ricevuto per il mio 50° compleanno, e sicuramente il più apprezzato, è stato il Libro che mi ha regalato mio figlio

non era facile trovare un Libro che non avessi già, ma soprattutto un Libro che mi interessasse veramente

lui è riuscito a trovare il Libro giusto, e la cosa mi ha fatto particolarmente piacere

visto l'autore in questione, Don McCullin, non era semplicissimo

ho infatti molti Libri di questo Fotografo, che ritengo uno dei più grandi Fotografi "che hanno operato sui campi di battaglia" (visto che non ama sentirsi definire "Fotografo di Guerra")

il Libro in questione è

Don McCullin

"La Pace Impossibile"

ed. Skira Photography




http://www.amazon.it/Don-McCullin-Impossibile-fotografie-Photographs/dp/885721401X/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1369435363&sr=8-1&keywords=don+mccullin+la+pace+impossibile


di "War Photographers" ce ne sono stati e ce ne sono tantissimi

molti sono quelli che amo, molti hanno raggiunto livelli altissimi nel loro lavoro

ritengo però che soltanto tre al mondo abbiano toccato il massimo livello raggiungibile in questo difficilissimo campo della Fotografia

ci sono e ci sono stati Fotografi che hanno scattato delle foto indimenticabili, delle foto che sono riuscite a mutare, a volte, le sorti di certe guerre

o, quanto meno, ad influenzare le sorti di quelle guerre (vedasi per esempio la tragica foto della bambina vietnamita di Nic Ut, o la foto di Eddie Adams della spia viet cong giustiziata per strada a Saigon)

o ancora, talvolta, a rappresentare con una sola foto il senso della tragedia di una determinata guerra (vedasi per esempio la foto di Dmitri Baltermants scattata sul fronte russo nel 1943)

abbiamo anche alcuni Italiani di grandissimo rilievo, e degli Americani contemporanei di tutto rispetto

soltanto tre però, secondo il mio modestissimo giudizio, sono rimasti coinvolti talmente a fondo in ciò che stavano fotografando da restarne segnati per tutta la vita

e, restandone segnati per tutta la vita, riuscire veramente a trasmettere all'osservatore del loro lavoro nella sua interezza il senso stesso della follia della guerra

Larry Burrows, James Nachtwey, Don McCullin

chi ha letto il Libro autobiografico di Don McCullin "Un Comportamento Irragionevole"

http://www.contrastobook...nevole-new-edition.html

potrà meglio comprendere perchè lo stesso McCullin intitolò uno dei suoi Libri "Sleeping with the Ghosts"

ma veniamo finalmente a questo bellissimo "La Pace Impossibile"

si tratta di una approfondita e completa panoramica sulla vita e sul lavoro di questo eccezionale Fotografo

dopo una eccellente presentazione di Sandro Parmiggiani, ed una ancora più interessante intervista a McCullin dello stesso Parmiggiani, passando attraverso una varia ed accurata antologia di note su McCullin di altri Fotografi, di Critici, di Scrittori, si inizia una panoramica che va dal 1958 al 2011

una frase della presentazione di Parmiggiani colpisce immediatamente, e rende perfettamente l'idea della profondità dell'indagine Fotografica, durata una vita intera, di McCullin

"McCullin ha catturato i cuori di tenebra delle guerre"

è racchiuso qui il senso dell'indagine di McCullin nel baratro dell'animo umano

la ricerca di quel "cuore di tenebra" che purtroppo si annida in ognuno di noi

McCullin inizia il suo lavoro da autodidatta, in situazione familiare ed economica difficile

perde il padre ancora molto giovane, abbandona gli studi, inizia a lavorare, si rende conto che la Fotografia è la sua strada, e quella strada percorrerà fino in fondo

fino a restarne segnato, nel corpo (a causa di gravi ferite riportate in teatri di guerra) e nello spirito (dovrà più volte ricorrere a specifiche cure per combattere i suoi "ghosts")

inizia da ciò che lo circonda, l'Inghilterra mineraria, operaia, realizzando dei lavori che lo mettono immediatamente in luce

ha un'intuizione nel momento in cui viene a sapere dell'inizio della costruzione del Muro di Berlino; documenterà in maniera magistrale quell'evento che cambierà il mondo

nel '64 è a Cipro per documentare la Guerra Civile, nel '64 e '65 in Congo

è iniziato il suo viaggio alla ricerca del "cuore di tenebra"

da quel momento sarà in India, in Viet Nam, in Israele, ancora in Viet Nam

il suo nome diventa famoso

viene chiamato a fotografare i Beatles, ma poco dopo è già in Biafra (indimenticabile la foto dell'ufficiale che parla ad un suo soldato, ormai morto)

nel '70 è di nuovo in Viet Nam, e poi in Cambogia

nel '71 inizia a documentare la tragedia Irlandese, torna in India, senza mai abbandonare il suo progetto sulle classi sociali Inglesi più disagiate

è in Libano nel '76, fotografa la crisi mineraria Inglese della fine degli anni '70

negli anni '80 è ancora in Libano, poi il corto circuito, è troppo

inizia a viaggiare per l'India, decide di dedicarsi al paesaggio

innanzi tutto della sua campagna Inglese, ma anche in altre parti del mondo

deve rappacificarsi con se stesso e con il mondo, ed è sempre nella Fotografia che ricerca questa pace

le sue nature morte ed i suoi paesaggi, come sempre stampati personalmente con estrema cura, sono cupi, scuri, carichi

eppure affascinanti, pieni

come dicevo intraprende dei lunghi viaggi in India, dove fotografa genti e luoghi

sempre in questa chiave molto cupa, che non lo abbandona mai

nel 2000 affronta il delicatissimo problema dell' AIDS nei paesi Africani, ed ancora una volta realizza dei lavori unici

alla fine degli anni 2000, riprendendo un vecchio progetto del quale aveva discusso tanti anni prima con Bruce Chatwin, si dedica ad un interessantissimo lavoro sulle rovine Romane in Libano, in Siria, in Marocco

McCullin si è anche dedicato a lavori sui set di film molto importanti, è venuto a contatto, ha ritratto, ha stretto profonde amicizie con artisti, scrittori, registi, poeti; il meglio della cultura del suo tempo

ed è egli stesso incredulo del fatto che una persona partita da una situazione difficilissima e, come già detto, da completo autodidatta, sia potuta venire in contatto con personaggi così rilevanti per la cultura del suo e del nostro tempo

c'è una sua frase che colpisce particolarmente, e che dovrebbe fare da viatico a tutti coloro che si avvicinano, con spirito umile, alla Fotografia

"costretto ad abbandonare gli studi, i Libri di Fotografia dei grandi autori diventarono la mia università"

vi lascio con l'invito a riflettere su questa frase, su questo concetto

alla prossima
jatucka
#30 Posted : Saturday, 1 June 2013 3:51:41 pm(UTC)
temo di aver dimenticato di segnalarvi

il 4° numero de

"I Classici della Fotografia"

del National Geographic

Josef Koudelka

da non perdere

jatucka
#31 Posted : Saturday, 1 June 2013 3:52:22 pm(UTC)
è in edicola il 5° numero de

"I Classici della Fotografia"

del National Geographic

Sebastiao Salgado



comprende tutti i "classici" di Salgado

bello bello
jatucka
#32 Posted : Wednesday, 5 June 2013 9:11:29 am(UTC)
ricevo da Simone =Pinasco= e con grande piacere vi inoltro Smile

Quote:


questo che vi presento è un vero capolavoro : non è un libro di fotografie, ma ha tutto ciò che ruota loro attorno.

John G. Morris

"Get the picture"




http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=ÅMÅZÕÑ&url=search-alias%3Dstripbooks&field-keywords=get+the+picture+john+g.+morris


Di seguito una breve presentazione tratta dal sito contrasto:


Get the Picture è lo straordinario racconto di una delle figure più interessanti del fotogiornalismo del ventesimo secolo, John Morris. È lui il photo editor che ha documentato i momenti più significativi della storia moderna e che ha stretto un rapporto privilegiato con il mondo della fotografia e con i grandi fotografi del secolo scorso.
Morris ha commissionato, redatto e pubblicato le foto che hanno contribuito definire la storia recente, ha lavorato a stretto contatto con alcuni dei più grandi fotografi del secolo scorso come Robert Capa, Henri Cartier-Bresson e W. Eugene Smith. L’autore rivela le storie che stanno dietro a dozzine di immagini famose, ci offre un ritratto intimo degli uomoni e delle donne che le hanno scattate e racconta innumerevoli e rocamboleschi aneddoti personali dei suoi incontri con celebrities tra cui Alfred Hitchcock, il generale Patton, Marlene Ditetrich, Ernest Hemingway, Lee Miller, Andrei Sakarov e molti altri.

Get the Picture è il resoconto appassionato e avvincente di una vita vissuta a pieno, quella di John Morris, ancora oggi uno dei principali portavoce di un giornalismo che opera in nome della verità.

Sono un giornalista, ma non un reporter né un fotografo. Sono un photo editor. Ho lavorato con i fotografi, alcuni famosi e altri sconosciuti, per oltre cinquant’anni. Ho assegnato loro degli incarichi, a volte solo con pochi suggerimenti occasionali, altre con istruzioni dettagliate, ma la sfida è ogni volta la stessa: get the picture, procurati la foto. I fotografi sono i più avventurosi tra i giornalisti. Devono esserlo. A differenza di un reporter, che può mettere insieme una storia mantenendo una certa distanza, il fotografo deve essere sul luogo dove si svolge l’azione, qualsiasi pericolo o disagio comporti. Con un teleobiettivo può avvicinare il soggetto, ma niente deve frapporsi tra lui e la realtà. Deve essere nel posto giusto al momento giusto. Nessuna postproduzione può salvarlo. Deve mostrare quello che è. Il suo editor sceglie tra le sue foto per raccontare i fatti com’erano – ma erano proprio così? Giusto o sbagliato che sia, è la foto ad avere l’ultima parola. Questo libro parla di professionisti dell’immagine, ma riguarda anche tutti noi che le immagini le consumiamo. È un libro che racconta una vita trascorsa in mezzo alle fotografie, con gli uomini e le donne che le hanno scattate. Inevitabilmente, è anche la mia visione del tutto personale dei nostri tempi.
John G. Morris


John G. Morris è uno dei più grandi photo editor del Ventesimo secolo. Responsabile dell’ufficio londinese di Life durante la Seconda guerra mondiale, ha coordinato la copertura giornalistica dello sbarco in Normandia e ha editato le storiche foto di Capa del D-Day. Dopo la guerra è stato photo editor del mensile Ladies’ Home Journal, poi direttore esecutivo di Magnum Photos, redattore grafico per il Washington Post, e photo editor per il New York Times. Nel 1983 si è trasferito a Parigi come corrispondente del National Geographic. Vive tuttora a Parigi dove lavora come scrittore ed editor freelance.


Davvero appassionante, John Morris ha un profilo FB su cui ho mandato un PM di congratulazioni leggetelo e non ve ne pentirete Smile


Ciao e a presto
Simone
jatucka
#33 Posted : Wednesday, 12 June 2013 1:35:38 am(UTC)
generalmente conosciamo i Fotografi attraverso i loro lavori; i reportage realizzati, i ritratti, i paesaggi

attraverso le loro opere, le poche interviste che riusciamo ad intercettare, attraverso mostre o Libri

ma quali sono i volti di questi Fotografi che spesso amiamo senza conoscere quasi nulla di loro, della loro vita ?

come sono le loro case, gli spazi nei quali vivono la loro vita, quali sono gli oggetti che amano ?

ce lo racconta con un bellissimo Libro la Fotografa

Tina Ruisinger

"Faces of Photography"




http://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss?url=search-alias%3Daps&field-keywords=tina+ruisinger


bellissimo Libro di medio formato, magistralmente stampato, mai statico o banale

splendidi ritratti di 50 "Masters" della Fotografia del 20° secolo, scattati sia in formato 24x36 che in 6x6

B&N molto ricco, ritratti a tutta pagina alternati a collages di provini ritagliati e montati su pagine zeppe di note, di appunti

per ogni Fotografo una breve ma molto interessante intervista, degli aneddoti, il racconto di tutto ciò che ha preceduto gli incontri con i Fotografi ritratti

molti ritratti sono stati realizzati nelle stanze preferite, negli studi, accanto agli oggetti che amano di più, con le fotocamere che hanno amato maggiormente ed alle quali hanno affidato le loro rare capacità espressive

racconti di volti, di spazi, di oggetti, di vite, di avventure, di vittorie e di sconfitte

per la maggior parte dei soggetti si tratta di volti ormai anziani, spesso molto anziani; ogni ruga una storia, un incontro, un'avventura

ogni ruga una foto che è rimasta impressa nella storia

eppure questi volti si offrono alla Fotografa con estrema dolcezza, senza alcun timore, in totale abbandono; quello stesso abbandono che per tutta la vita hanno inseguito, hanno sperato di ottenere da quelle persone che a loro volta hanno ritratto

non deve essere stato facilissimo ottenere dei risultati così alti, la Fotografa è senza dubbio riuscita a creare un rapporto profondamente intimo con i personaggi ritratti

pochissimi di loro (credo appena due o tre) hanno negato alla Ruisinger la possibilità di farsi ritrarre

anche di questi pochissimi casi la Ruisinger ci riporta delle note, degli appunti in forma di scrittura ed in forma di Fotografia

una galleria di ritratti veramente unica nel suo genere, una testimonianza eccellente, fortemente voluta dalla Ruisinger

e, come tutte le cose fortemente volute, perfettamente riuscita

alla fine del Libro le note biografiche dei Fotografi ritratti; in poche note gran parte della Storia della Fotografia del 20° secolo

l'edizione che ho io è del 2002, e molti dei Fotografi ritratti nel Libro sono adesso scomparsi

questo, a mio parere, rende la testimonianza della Ruisinger ancora più forte, più importante

uno di quei Libri che emozionano, nel senso più profondo della parola

chapeau
jatucka
#34 Posted : Monday, 17 June 2013 1:07:01 pm(UTC)
ricevo questa segnalazione dall'amico Kemvit Smile


Quote:


Pochi giorni fa, dopo consiglio di un amico ho comprato questo libro:

"I am cuban"

Helena De Bragança



Il libro offre una serie di scatti di una Cuba diversa da quella che solitamente si può vedere in tv o in internet.

Visto anche il prezzo basso lo consiglio...

AMAZON.IT

Descrizione del libro

Data di uscita: 14 aprile 2011 | Collana: Fotografia

"I am Cuban" è un'indagine sulla vita ancora poco documentata del popolo cubano. Il lavoro di Helena, che ha esplorato l'isola tra il 2007 e il 2009, esula dalle immagini a noi familiari di una Cuba isolata e decadente per mostrarci una radiografia della popolazione in una serie di ritratti incredibilmente sinceri ed evocativi. Helena punta l'obbiettivo su categorie sociali che si sottraggono alla vista: prostitute, gay, travestiti, musicisti punk e scambisti. Per tutti questi soggetti, la macchina fotografica di Helena diventa un rifugio e al tempo stesso un palcoscenico. Pur mancando di intenti politici, le immagini mostrano l'attuale condizione di diffusa povertà nei volti stanchi delle persone, vecchie e giovani. In questi artisti, musicisti e comuni cittadini, Helena ha trovato una grande energia creativa, una prepotente vitalità e il desiderio insopprimibile di stabilire un contatto con il resto del mondo. Introduzione di Ralph Gibson.

jatucka
#35 Posted : Thursday, 20 June 2013 2:33:43 am(UTC)
William Albert Allard è da circa 50 anni una delle colonne portanti del National Geographic

ed infatti

"Five Decades"

è il Libro che vi segnalo oggi




http://www.williamalbertallard.com

http://www.amazon.it/William-Albert-Allard-Decades-Retrospective/dp/1426206372/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1371686616&sr=8-1&keywords=william+albert+allard



National Geographic USA è da sempre uno dei massimi punti di arrivo per Fotografi professionisti

la richiesta qualitativa è altissima, l'impegno costante, la sfida sempre ai massimi livelli

non deve essere per niente facile tenere questi ritmi per mezzo secolo

W.A.Allard ci è riuscito, regalandoci immagini uniche

le "classiche immagini da National Geographic" assumono per mano (o per occhio) di Allard, e di altre colonne del NatGeo delle quali parleremo più avanti, una valenza speciale

hanno qualcosa in più

c'è una foto a pag 43 del Libro che secondo me sintetizza la filosofia e l'approccio di Allard

è una foto del 1967

"Girls running Home"

scrive lo stesso Allard : "le due bambine non stavano correndo, non stavano saltellando; erano prive di peso, fluttuavano nell'aria, per sempre sospese nella loro grazia ed innocenza"

è una foto veramente fantastica, sospesa nel tempo

è questo il quid che distingue le fotografie di talenti come quello di Allard

che si tratti di foto dell'America rurale (sempre magistralmente interpretata da Allard), degli spazi aperti del Messico o del Perù, delle grandi città come Parigi o New York, delle Feste Religiose Siciliane o Indiane, c'è sempre qualcosa di "sospeso nel tempo"

c'è una sua foto piuttosto famosa, "Harry Gray, Farmer, Arizona" nella quale puoi assolutamente percepire la polvere sospesa nell'aria, l'attimo sospeso nel tempo

in perfetta scuola NatGeo, Allard è un gran maestro del colore, delle luci e delle ombre, dei contrasti forti, dei toni ricchi

molto bella la galleria dedicata ai ritratti femminili

bel Libro, consigliato
jatucka
#36 Posted : Friday, 21 June 2013 5:23:10 pm(UTC)
ricevo questa interessante segnalazione dall'amico Kemvit Smile


Quote:

Oggi metto un libro di cui ho parlato via MP con Jatucka qualche giorno fa...

"Crazy GOD "

Yvonne De Rosa





Descrizione del libro:

Crazy God nasce dall’attività di volontariato della fotografa Yvonne De Rosa durante i primi anni ’90 nella sede di un vecchio ospedale psichiatrico italiano di cui l’autrice delle foto raccolte nel libro ha voluto celarne luogo e nome. Di recente, a distanza di sei anni dalla chiusura della struttura sanitaria, De Rosa è ritornata fra le stanze e i corridoi, ormai fatiscenti, dell’antico edificio per documentare il vuoto lasciato dai degenti. Questa ricognizione ha dato origine ad uno studio sensibile e toccante dei pazienti di un tempo, unicamente attraverso il ritratto degli oggetti abbandonati e dalle scritte da essi liberamente tracciate sui muri. Pensieri, appunti e testimonianze di sofferenza che nel forte degrado registrato dall’obbiettivo della fotografa sembrano avere un significato recondito, quasi divinatorio…
Nata a Napoli nel 1975, Yvonne De Rosa si è formata a Londra presso la Central Saint Martins College for Art and Design. Nel 2006 è stata insignita del premio “Women in Photography International” e le sue foto fanno parte della collezione di Arco Madrid. Oggi vive e lavora come fotografa freelance a Londra.



Lo trovate su AMAZON

jatucka
#37 Posted : Wednesday, 26 June 2013 2:45:29 am(UTC)
Simon Norfolk è un Fotografo un po' fuori dai canoni

laureato in filosofia e sociologia, ha scelto la Fotografia come mezzo della sua indagine sull'uomo

inizia da reporter, realizzando importanti lavori su temi politici ed in particolar modo sul tema del razzismo, per spostarsi poi sulla Fotografia paesaggistica

ma non è una Fotografia paesaggistica canonica come potremmo immaginare di primo acchito; la sua Fotografia paesaggistica ha sempre come riferimento l'indagine sull'uomo

"For most of it i have no Words", del 1998, è stato il primo Libro a mettere in luce Norfolk

Libro molto duro, sui luoghi dove sono stati commessi alcuni fra i più terribili genocidi

la sua visione ed il suo taglio perfetto, quasi distaccato, finiscono per rendere ancora più potenti le immagini di quel lavoro

il Libro del quale voglio parlarvi oggi è

"Afghanistan Zero"

vincitore del prestigioso European Publishers Award for Photography

http://www.amazon.com/s/ref=nb_sb_noss?url=search-alias%3Daps&field-keywords=simon+norfolk+afghanistan+zero


fra il dicembre del 2001 ed il maggio del 2002 Norfolk si reca più volte in Afghanistan

dopo i tanti lavori di taglio Fotogiornalistico che hanno documentato le guerre Afghane, Norfolk decide per un approccio totalmente diverso

è fortemente attratto dalla storia di quel Paese, in guerra praticamente da sempre, fin dai tempi di Alessandro il Grande, ed in special modo negli ultimi 22 anni (al momento in cui inizia il suo lavoro)

la sua indagine è quasi archeologica, alla ricerca delle stratificazioni delle guerre che si sono succedute in quel Paese senza pace

nell'introduzione leggiamo la definizione data da Mikhail Bakhtin a questo tipo di indagine, di approccio : paesaggio cronotopo

cercando le tracce lasciate (in questo caso inflitte) dall'uomo sul paesaggio, possiamo ricostruirne la storia ed inquadrarla in dei precisi spazi temporali; mai come in Afghanistan, secondo Norfolk, è possibile rintracciare e ricostruire attraverso lo studio del paesaggio l'immane sofferenza di intere generazioni vissute e morte in terra Afghana

il mezzo che predilige Norfolk è il grande formato; l'attenzione per la luce e la cura per l'inquadratura sono altissime

tale ricerca per la luce perfetta spiazza l'osservatore di queste Fotografie, e lo spinge a porsi una domanda all'apparenza assolutamente banale

come possono accadere dei misfatti talmente orribili in una luce ed in paesaggio di tale bellezza ?

tranne che in rarissimi casi, la figura umana è quasi assente; è attraverso le rovine e gli oggetti abbandonati dall'uomo in quei territori che Norfolk ci riconduce alla storia di quelle popolazioni, e delle popolazioni che quei luoghi hanno invaso ed occupato

eppure una foto colpisce sopra ogni altra, ed è quella scelta per la copertina, dove proprio una figura umana è presente

in questa foto è da ricercare la chiave di lettura del lavoro di Norfolk

l'assoluta apparente incongruenza dell'immagine ci riporta alla totale incongruenza dell'animo umano

magistrale

jatucka
#38 Posted : Wednesday, 3 July 2013 1:25:35 am(UTC)
parlando ancora un attimo di Afghanistan, e di lavori non convenzionali che riguardano l'Afghanistan, è il caso di ricordare Didier Lefevre

Didier Lefevre forse non è uno di quei Fotografi il cui nome è universalmente conosciuto, ma era un bravo Fotografo, e sicuramente aveva un coraggio da leone

morto appena cinquantenne a causa di un attacco cardiaco, aveva dedicato parte della sua vita all'Afghanistan

di formazione farmacista, si mette in contatto con "Médecins Sans Frontières"

svolge per questa organizzazione dei primi incarichi di tipo logistico, ma presto decide di documentare il lavoro di questi coraggiosi medici; la sua carriera di Fotoreporter è iniziata

il suo primo viaggio in Afghanistan è del 1986, in piena occupazione sovietica

da questo primo viaggio trae il bellissimo ed assolutamente inusuale lavoro

"Il Fotografo"

realizzato insieme ad Emmanuel Guibert e Frederic Lemercier

"Il Fotografo" è un Libro Fotografico originalissimo

è un diario di quel suo primo viaggio, realizzato in forma di fumetto

le tavole di fumetti si alternano a fotografie, ritagli o interi fogli di provini, appunti, storie, ritratti

il Libro documenta il viaggio fin dalle fasi della preparazione dello stesso, e ne registra puntualmente ogni momento

probabilmente impreparato sia fisicamente che psicologicamente allo sforzo ed alle privazioni che dovrà affrontare, Didier non si lascia vincere dalla stanchezza, dai malanni che lo affliggono per tutto il viaggio, dalla paura, dallo sconforto, dai problemi con l'attrezzatura fotografica, dal clima rigidissimo, dal pericolo per la sua stessa vita

trova sempre la forza di continuare, ed arriva quasi imprevedibilmente alla fine di questo suo primo contatto con un Paese che catturerà la sua anima

svolgerà altri reportages, sempre in teatri molto pericolosi

tornerà altre volte in Afghanistan, il più delle volte autofinanziandosi (così come spesso fece per altri lavori in Paesi che sembravano -e tutt'ora sembrano- dimenticati da Dio)

lascia un magnifico ricordo di sè, molte bellissime Fotografie, un gran vuoto nelle persone che lo hanno conosciuto e che hanno viaggiato e lavorato al suo fianco

e ci lascia questo bellissimo Libro, tradotto e pubblicato in moltissimi Paesi, caratterizzato dalla più assoluta e pura sincerità di un uomo che racconta un'esperienza molto più grande di lui

non perdete il link che vi segnalo subito dopo la sua foto




http://www.doctorswithoutborders.org/events/exhibits/thephotographer/assets/files/ThePhotographer-Sampler.pdf



---




http://www.amazon.it/Il-fotografo-Emmanuel-Guibert/dp/8876181660/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1372806698&sr=8-1&keywords=didier+lefevre+il+fotografo

---











jatucka
#39 Posted : Friday, 5 July 2013 7:43:12 pm(UTC)
è in edicola il 6° numero de

"I Classici della Fotografia"

del National Geographic

Margaret Bourke-White





jatucka
#40 Posted : Tuesday, 9 July 2013 2:08:38 am(UTC)
un piccolissimo e delizioso Libro, edito da Contrasto, raccoglie i lavori di molti Fotografi della Magnum e della stessa Contrasto relativi ad un tema spesso snobbato dagli esperti e dai critici

la Fotografia di Matrimonio

il Libro è

"Il Piccolo Libro degli Sposi"



http://www.amazon.it/Il-piccolo-libro-degli-sposi/dp/886965138X/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1373326231&sr=8-1&keywords=il+piccolo+libro+degli+sposi


genere di Fotografia, come dicevo prima, spesso snobbato e tenuto in scarsa considerazione, la Fotografia di Matrimoni è stata per alcuni Fotografi la scuola, la formazione, l'inizio di qualcosa di più importante

in passato tanti Fotografi hanno iniziato come umilissimi assistenti di ancor più umili Fotografi di Matrimoni

per altri, questo tipo di lavoro ha rappresentato un sostentamento, un aiuto economico, la possibilità di finanziare i "propri" lavori

in alcuni, rari casi, grandi Maestri (mi viene in mente innanzi tutto il caro Peppino Leone) hanno scelto di continuare sempre, a latere della loro attività più impegnativa, questo genere di Fotografia

la gestione spesso difficile della luce disponibile e la necessità imperativa di non perdere gli attimi più salienti, sono state in passato ottime palestre

oggi è tutto diverso; con l'avvento del digitale questa Scuola, questa palestra, è stata soppiantata da necessità divenute più pressanti, prima fra tutte il contenimento dei costi

un qualsiasi ragazzo con una qualsiasi macchinetta digitale è disposto ad effettuare il lavoro per pochi euro, il più delle volte consegnando, alla fine di una giornata così importante, una scheda con una serie di scatti in jpg

neanche un minuto dedicato alla selezione, alla post produzione ... nulla

si consegna una scheda e via

è uno degli aspetti negativi dei tempi che cambiano, il rovescio della medaglia di quei tanti aspetti positivi che il digitale ha portato con sé

questo piccolo Librettino dimostra che anche i Grandi Maestri possono regalare delle piccole gemme cimentandosi, per scelta o per puro caso, con un genere di Fotografia lontanissimo dai loro canoni

il filo logico del Libro è indicato già nella primissima frase della prefazione

"Un attimo. L'istante più breve che si possa immaginare. Un semplice si, un si alla vita da vivere insieme"

e sono proprio dei Maestri dell' "attimo" i Fotografi scelti per questa deliziosa galleria

Doisneau, Erwitt, l'immancabile Cartier Bresson, Marlow, Economoupolos, Manos, Davidson, Gardin, Scianna, Abbas, Freed, Glinn e tanti altri

ognuno con il loro stile, a volte gioioso, a volte ironico, a volte da puro reportage

Paesi diversi, culture diverse, scenari diversi, epoche diverse

ma sempre quell' "attimo" che ha accompagnato la vita professionale del gotha della Fotografia

per sorridere, per ricordare un momento che riguarda la nostra vita, per vedere come Grandi Maestri hanno interpretato qualcosa di totalmente diverso, semplicemente per regalarci alcuni attimi di spensieratezza

pochissimi euro molto ben investiti
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